Lettera FIAMO- SIMO sulla competenza in omeopatia posted on 18-03-2007

Alla FNOMCEO

Ai PRESIDENTI degli ORDINI dei MEDICI

li 20.02.07


Egregio Presidente,

con questo documento le scriventi Associazioni Nazionali intendono apportare una serie di informazioni utili alla definizione di ‘competenza‘ in medicina omeopatica.


Premesso che

  • l’utilizzazione del ‘medicinale omeopatico’ avviene ad opera di tre metodologie che differiscono tra di loro per modelli di riferimento,metodologia diagnostica, prognostica, terapeutica (omeopatia, antroposofia e omotossicologia)

  • che i medicinali omeopatici sono riconducibili a tre diverse tipologie di formulazione e di utilizzo specifiche di ogni metodologia

  • che per questo motivo per ogni tipologia di medicinale le prove di efficacia devono osservare procedure diverse (come è stato evidenziato dai lavori della Commissione Ministeriale sui medicinali omeopatici )


Risulta evidente che

la prescrizione di ‘medicinali omeopatici‘ non è sinonimo di medicina omeopatica né di competenza.


Il profilo professionale del medico omeopatico qualificato si è sviluppato in Europa a partire dagli anni 90 quando l’istituzione dell’E.C.H. (European Committee for Homoeopathy1) ha comportato un confronto tra livelli di formazione nei paesi Europei e ha raggiunto il consensus2 su:


  • i Requisiti standards per l’insegnamento di base’ nel 1994, quale percorso formativo essenziale, comprendente:

    • 350 ore di corso teorico-pratico (200 teoriche e 150 pratiche)

    • lo svolgimento del programma didattico europeo (ovvero ciò che lo studente deve sapere, al di là delle specificità di ogni scuola),

    • 600 ore di studio autonome da parte dello studente

  • la necessità di un aggiornamento continuo per mantenere alto il proprio livello di competenza

  • corsi di aggiornamento obbligatori per medici omeopati che non hanno il livello minimo di formazione, per portare la loro capacità al livello di formazione richiesto dal programma europeo.

  • l’istituzione dei Registri dei medici omeopati col quale garantire una qualità standards pratica professionale.

  • La qualificazione dei docenti delle scuole di medicina omeopatica


Le scuole italiane la più parte delle quali attive dagli anni 80, aderirono al progetto ECH e adeguarono i loro programmi, il loro monte ore, secondo quanto stabilito dalla consensus: formazione omeopatica Italiana è adeguata dal 1996 agli standards europei .


Questi standards sono stati il punto di partenza di minima per la definizione del profilo professionale del medico competente in medicina omeopatica.

Dal limite minimale delle 350 ore fissate nel 1994 come formazione di base unica e uguale per tutti, elaborazioni più recenti dell’ECH3 nel 2003 prevedono due tipi di formazione e relativa qualificazione:


-una qualificazione introduttiva, che fornisce competenze per lavorare a un livello iniziale, dopo un anno di insegnamento part time e studio a casa; dopo questa formazione i medici possono scegliere di usare il trattamento omeopatico nella pratica quotidiana in un limitato numero di ben definite situazioni cliniche o decidere di inviare un paziente a un omeopata con competenza specialistica (in Inghilterra questa qualificazione già esiste)



-una qualificazione di livello specialistico (specialità medica) che dia gli strumenti al medico per usare l’omeopatia come elemento principale della sua pratica medica; il livello di questo training specialistico corrisponde al livello di una comune specialità medica con una formazione triennale.



La direzionalità dell’ECH nel senso di una sempre maggiore chiarezza sulla competenza in medicina omeopatica viene confermata dalla massima istituzione mondiale in campo omeopatico, la Liga Medicorum Homeopathica Internationalis4 (L.MHI), fondata nel 1925, che attualmente rappresenta 55 nazioni.



la LMHI (Liga) e l' E.C.H. hanno redatto un documento comune , nel marzo 2005, da presentare all’OMS ‘GUIDELINES ON BASIC TRAINING AND SAFETY IN HOMEOPATHY' in cui si prospettano due tipi di preparazione professionale:

  • formazione professionale completa: postlaurea, che mette in condizione il medico di utilizzare appieno la medicina omeopatica; il corso triennale comprende 1500 ore di formazione professionale teorico e pratica: il livello equivale a quello di una vera e propria specializzazione in omeopatia

  • formazione professionale limitata in omeopatia per medici, veterinari, farmacisti e dentisti che desiderano essere competenti in omeopatia intesa come una forma di terapia all’interno della pratica clinica occidentale (o come oggetto di ricerca). I corsi saranno più brevi, e cioè di 700 ore, di cui 300 teoriche e 400 pratiche e il livello è quello di conoscitore della medicina omeopatica .

A seguito di questo excursus che ha il fine di far conoscere il lavoro svolto da scuole e Società Scientifiche Europee per migliorare gli standards formativi, intendiamo fornire alcuni chiarimenti sulle modalità con cui sono stati definiti i parametri per l’iscrizione al Registro5, dopo attenta analisi della situazione Italiana, con l’intento di non escludere nessuno ma di permettere ad ognuno di esplicitare il proprio iter formativo.

Il Registro è stato svincolato dalle scuole: le scuole cominciano a costituirsi solo a metà degli anni 80, le lezioni sono strutturate diversamente, o seguono diverse correnti di pensiero, alcune formano secondo il programma ECH da lungo tempo, altre svolgono programmi ridotti, alcune hanno 1200 ore di formazione e altre ne hanno poco più di 250, alcune adottano un insegnamento libero, altre sono condizionate dagli interessi dei laboratori farmaceutici che le hanno istituite e da cui quindi sono condizionate nei contenuti della didattica.

Il medico non segue obbligatoriamente il destino delle scuole: comincia gli studi in una, continua in un’altra; in altre parole il suo iter formativo non si esaurisce in una scuola ma, se ha studiato per esercitare professionalmente e non solo per conoscenza personale, procede in un suo percorso per acquisire sempre più competenza.

Questo è il motivo per cui si è scelto di non accreditare le scuole (il che avrebbe significato rendere le scuole garanti, e solo alcune, della formazione del medico, il che non corrisponde al vero) ma il curriculum formativo del singolo medico .

Questo viene valutato attraverso un meccanismo ‘a punteggio’ che permette di considerare tutto quello che può concorrere ad aumentare competenza considerando ogni ‘caso particolare’, evento molto frequente vista la disomogeneità nella formazione italiana proveniente da quelle scuole che non hanno aderito al programma di qualificazione dell’E.C.H. promosso dal 94. Ad esempio chi esercita la medicina omeopatica da più di 25 anni non ha alle spalle un corso di base perché le scuole non esistevano; avrà invece avuto l’insegnamento da un ‘Maestro’; chi molti anni fa ha fatto un corso breve e poi ha continuato come autodidatta avrà invece a suo vantaggio un lungo periodo di pratica clinica, seminari, aggiornamenti; chi ha frequentato corsi con un numero di ore più basso può sopperire con pratica clinica e aggiornamento.

I punti da raggiungere sono 600 e vengono ottenuti con percorsi formativi diversificati, senza discriminazione o esclusione di alcuno (un punto per ora di formazione ottenuta attraverso corso di base, seminari, pratica clinica).

Questi punti sono eq uivalenti a 600 ore di formazione (teorico e clinica) e si situano quindi in una posizione intermedia fra i livelli iniziali proposti dall' E.C.H. nel 94 (350 ore complessive) e quelli più recenti di 1500 ore (documento comune L.M.H.I. - E.C.H. del marzo 2005).

A conferma di ciò, il Presidente per l'Italia della L.M.H.I6., dott. Renzo Galassi, ha dichiarato che i criteri stabiliti dal Registro sono del tutto adeguati ad una formazione di base del medico omeopata ed in accordo con i criteri in vigore a livello mondiale sanciti dalla L.M.H.I.

I curricula sono presentati attraverso la compilazione di un modulo unico che permette l’interfacciabilità e la trasparenza dei dati e del punteggio.

Il Registro risponde a un’esigenza di trasparenza verso istituzioni e cittadini. Viene certificato che l’iter formativo essenziale è stato espletato, vengono esplicitate le diverse competenze nell’ambito della disciplina, viene segnalato l’iter completo, così come raccomandato.

E’ inoltre un primo strumento conforme al diritto del cittadino di esercitare la sua libertà di scelta terapeutica: ciò è a dire che i medici iscritti al registro dei medici omeopati praticano la medicina omeopatica e forniranno al cittadino che si rivolgerà a loro una effettiva prestazione di medicina omeopatica, in una essenziale linearità che senza un registro non è per nulla garantita: nulla infatti, al momento attuale , garantisce il cittadino rispetto a dichiarazioni non verificabili di chi si dichiara ‘omeopata’ avendo solamente una capacità ‘prescrittiva' di medicinali cosiddetti omeopatici.


I presupposti del registro sono:

  1. che sia un registro di contenuti, e non un elenco di iscrizioni autoreferenziate.

  2. che tutti i medici con un iter formativo documentato possano utilizzarlo comunque: o per iscriversi se già congruo, o per integrarlo secondo necessità se non raggiunge il livello minimo standard.

  3. che l’iter formativo di base viene garantito sia nel numero di ore di lezioni, ma anche nei contenuti in esse sviluppati, perché sono i contenuti che fanno la preparazione.

  4. che si possono iscrivere solo medici che hanno già svolto pratica clinica in medicina omeopatica dopo il corso di formazione, per dare ulteriori garanzie al cittadino e per garantire una professionalità adeguata.

  5. per il mantenimento dell’iscrizione (rivista periodicamente), è necessaria la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale, in linea con il CPD (continuing professional development- sviluppo professionale continuo) , in linea cioè col miglioramento continuo di qualità che nulla ha a che fare con l’ECM così come inteso ed effettuato in Italia attualmente.


Il principio di staccare la valutazione dell’iter formativo da quelli proposti dalle diverse scuole ( per evitare esclusioni o rivalità) e l’aver optato per un sistema di accreditamento a ‘punti’( in cui si afferma un criterio quantitativo: chi ha meno ore di corso compensa con ore di pratica clinica certificata e con seminari di approfondimento) ha permesso l’iscrizione di medici provenienti da scuole diverse, di correnti di pensiero diverse, e con diversi percorsi formativi, equivalenti per competenza.


Concludiamo affermando la nostra profonda convinzione che il ruolo delle Società Scientifiche sia quello di concorrere ad aumentare la qualificazione professionale e la competenza dei medici operanti nel settore da esse rappresentato, favorendo e stimolando il miglioramento continuo di qualità nell’attività professionale, promuovendo un confronto trasparente con le Istituzioni. (questo a maggior ragione, laddove manca una legislazione di garanzia ed il cittadino necessita più che mai di essere tutelato).


Sosteniamo inoltre il principio dell’autonomia da interessi diretti o indiretti con aziende farmaceutiche, affinché l’attività societaria libera da condizionamenti culturali o economici da esse derivanti  sia sempre indirizzata all’interesse del medico e della sua professionalità.


Dichiarando la nostra disponibilità ad ogni ulteriore chiarimento voglia gradire i nostri più distinti saluti.





F.I.A.M.O.

Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

il Presidente

Dr. Antonella Ronchi

anto.ronchi@tiscalinet.it


S.I.M.O.

Società Italiana di Medicina Omeopatica



il Presidente

Dr. Ciro D’Arpa

homeohelp@libero.it



li 20.02.07








2 ECH ‘Homoeopathy in Europe’ –1994) traduzione a cura della Società Italiana di Medicina Omeopatica. (già Società Italiana di Omeopatia)

§ 5.2.1. Formazione omeopatica di base "Il programma di insegnamento comprende un minimo di tre anni, un minimo di 200 ore di lezione. L'insegnamento teorico viene completato da un corso di tirocinio pratico. Questo viene garantito su un minimo di 150 ore di contatti supervisionati studente-paziente, con la frequenza in qualità di spettatore nella clinica di un docente o con la presa e l'analisi di casi in presenza del docente e/o da lui supervisionati. Oltre a ciò, sono state stimate necessarie 600 ore di studio"

http://www.omeomed.net/sub_index/standard.php#5.2.1

3 ECH ‘Integrating homeopathy and other CAM modalities into European healthcare (POSITION PAPER) www.homeopathyeurope.org/pdf/pospaper_integrating.pdf


6 i Presidenti per le singole nazioni che fanno parte della L.M.H.I. sono denominati "national vice president" http://www.lmhint.net/national.html