lettera APO: inaccettabile per le associazoni dei pazienti e medici delle MNC italiane posted on 22-09-2006

Il problema di quale legge sulle MNC sia utile ai pazienti ed ai medici che utilizzano  le MNC interessa milioni di italiani. Poichè crediamo in un dibattito trasparente e condiviso, publichiamo le lettere della Associazioni dei pazienti e dei mediici delle diverse MNC in risposta alla lettera APO. Invitiamo anche singoli pazienti, medici, amministratori, politici ecc ad esprimersi su questi temi. Ogni intervento sarà pubblicato. Potete commentare questa notizia (e tutte le altre!) direttamente dal sito

 Andrea Valeri

NB: la Sig.ra Vega Palombi Martorano è il Presidente dell'APO

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Antonella Ronchi, Presidentessa della FIAMO

14 Settembre 2006

Cara Vega, questa è una mia risposta personale, per quella ufficiale della Fiamo ci saranno dei tempi diversi.

Ci conosciamo da molti anni, la prima volta ti vidi con la dott.ssa Rodriguez e il Prof. Granata a Milano Fiori a un convegno, direi 18-20 anni fa. La mia reazione quindi a questa tua lettera è di profonda delusione....

...Delusione perchè ti limiti a un'osservazione superficiale dei fatti e non entri nel merito del perchè si sia arrivati a certe posizioni.

Delusione perchè hai scelto per parlare all'interno del Comitato una modalità distruttiva e non costruttiva, una lettera aperta che avrebbe potuto essere scritta dopo un chiarimento interno.

Delusione perchè con questo dimostri di non credere più all'importanza e alla correttezza del lavoro del Comitato stesso.

Delusione perchè rompi il fronte delle MNC, come se l'omeopatia potesse fare da sola e non all'interno di un discorso etico più ampio, quello della libertà di cura, che comprende quindi le altre medicine come quella antroposofica, ayurvedica ecc.

Delusione perchè ascrivi al Comitato, e presumibilmente al suo Coordinatore, la responsabilità delle scissioni che si sono verificate.

Credo che se invece analizziamo i fatti per come si sono svolti, e io posso esserne testimone, avendo partecipato a TUTTE le riunioni del Comitato dal dicembre 2003 ad adesso, i fatti dicono che nel Comitato è rimasto chi ha saputo lavorare insieme agli altri al progetto comune di realizzare gli obbiettivi del Documento di Consenso. E proprio tu, che rappresenti i pazienti, dovresti essere la prima ad avere a cuore competenza, indipendenza e correttezza, che sono state le nostre uniche linee guida....

....Tu proponi un nuovo Comitato su basi diverse, di rappresentatività numerica: ma quanto rappresentano i numeri nella nostra realtà? La quantità e la qualità non vanno sempre d'accordo, e credo che tu  sia la prima a saperlo. Infatti la tua benemerita Associazione ha sempre rappresentato una minoranza, sia pure combattiva, preparata, di qualità, rispetto alla grande massa dei fruitori della Medicina Omeopatica; ma non per questo il valore delle sue proposte era risibile. Se le leggi le facciamo a forza di numeri, non è detto che verrà fuori la cosa migliore per i cittadini, quando trattiamo ambiti scientifici ed etici. 

Ripeto, questa è solo una breve considerazione scritta di getto,  approfondiremo ulteriormente il tutto.

Per il momento, a risentirci, Antonella 

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Maurizio Cannarozzo, Associazione Belenos

14 Settembre 2006

La risposta personale di Antonella viene fatta mia nel merito e nel 
metodo. La funzione del comitato non è e non è stata quella di luogo
dove vedere il prolungamento delle divisioni che una venticinquennale
presenza attiva nel mondo dell'omeopatia mi ha abituato a vivere con
strazio e una certa quota di nausea. Altre sigle e discipline sono
rappresentate e soddisfatte del lavoro svolto fino ad ora e quindi non capisco il
cupio dissolvi che ogni tanto prende noi omeopati e le nostre
associazioni. In questa fase politica e storica tra solve e coagula preferisco
quagliare. Inoltre la diffusione del documento dell'APO a tutti i
soggetti indicati nella mail mi è sembrato esagerato. Avremmo fatto meglio ad
ascoltarci meglio l'un l'altro ....
....Adesso cerchiamo di chiarirci meglio tutti le idee, litighiamo se lo
riteniamo opportuno, ma ribadisco ancora che il Comitato in questi anni
è stato super partes e rappresentativo di tutti noi ed è per questo che
ha ottenuto dei risultati superiori a quelli che sarebbe stato
possibile ottenere sommando i risultati di ciascuno separatamente. E' il senso
della 'complessità' che dobbiamo tenere presente, non del
'particulare', pena lo stritolamento di fronte agli attacchi che subiamo e
continueremo a subire. Questo è il mio pensiero e dell'associazione che
rappresento all'interno del Comitato.
Maurizio Cannarozzo
Associazione Belenos
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Francesco Longo, Unione Medici Veterinari Non Convenzionali (UMNCV)
14 Settembre 2006
La UMNCV ritiene che il lavoro svolto all'interno del Comitato e con il
Comitato ha portato dei risulti innegabili, soprattutto in termini di
visibilità dei Medici e dei Veterinari esperti nelle differenti MNC: nel
suo insieme il Comitato ha saputo ritagliarsi un importante ruolo come
interlocutore, talvolta scomodo,  delle Istituzioni.
La maggiore visibilità e rappresentatività acquisita dalle singole
sigle che lo compongono è la prova più evidente dell'imponente lavoro
svolto dal Comitato e soprattutto da quei membri che SEMPRE hanno
partecipato agli incontri, hanno preso parte alle delegazioni, hanno prodotto i
documenti ufficiali, anche lavorando a nome di tutti gli altri che
indubbiamente ne hanno beneficiato.
Ugualmente innegabile è l'imponente carico di lavoro che in questi anni
si è sobbarcato il Coordinatore del Comitato, Paolo Roberti: la sua
dedizione ha permesso al Comitato di diventare una realtà concreta e alle
singole sigle che lo compongono di evidenziarsi organicamente come
strumenti di esperienza, dialogo e confronto per tutto il settore medico.
Qualcosa del genere non era MAI  stata realizzata prima.
La UMNCV pertanto stigmatizza gli ultimi eventi ed il piano di
distruzione del Comitato da parte di coloro che NON vogliono alcuna
regolamentazione del settore, che discriminano alcune discipline a favore di
altre, che vogliono relegare le MNC ad un ruolo subalterno rispetto
all'allopatia, che favoriscono solo i detrattori delle MNC.
La UMNCV, nel ribadire il suo pieno appoggio al Comitato ed al suo
Coordinatore, auspica che ugualmente si proceda, eliminate le inutili
zavorre, secondo i programmi stabiliti e le scadenze già fissate: solo la
reale condivisione degli IDEALI permette una tranquilla convivenza e
serenità nei rapporti umani e di lavoro comune.
Francesco Longo
UMNCV
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Guido Sartori, Associazione pazienti ayurvedici Atah Ayurveda

15 Settembre 2006

Cara Vega,
Premetto che come persona ed ancora meno come medico, non riesco sempre a capire i sottili distinguo che intercorrono fra omeopata ed omeopata, perché ogni paziente è diverso ed è naturale che possa essere trattato in modo diverso. Non avendo studiato omeopatia, non so se devo addebitare ad una mia ignoranza formativa in psicopatologia omeopatica l’incapacità di comprendere oppure sono i miei mezzi mentali limitati a tal punto da impedirmi di apprezzare la peculiarità dei temi che tante volte ho visto dividere e scatenare ire funeste fra gli omeopati. E questa è una di quelle occasioni funeste.

Leggo con stupore il tuo scritto, dopo avere letto con perplessità la tua giustificazione per non potere partecipare all’incontro del Comitato di Martedì scorso. In quanto presidente di una associazione di pazienti, sia pure ayurvedici, avrei creduto di essere in grado di rappresentare validamente le aspettative e i diritti dei pazienti, qualsiasi medicina essi accetino come cura.
Le lettere aperte, come la tua, sono una forma di pubblica violenza verso privati che non posso condividere né nel metodo né nel merito, perché oltre tutto coinvolgono anche chi, come me ed i pazienti che rappresento, intendono agire per costruire e non per distruggere
Evidentemente altre erano le ragioni che già erano in maturazione. Ne prendo atto, ma credo che sia un ottimo contributo alla disgregazione, se mai da parte tua c’è stata aggregazione, o meglio un perfetto modo di creare ulteriore frammentazione fra coloro che si occupano di “medicine non accademiche in occidente”. A posteriori mi chiedo: che intenzione era presente al momento dell’adesione al Documento di Consenso?

Personalmente sono un impolitico, ma siccome viviamo in questo mondo che si vuole dare delle regole su tutto, se, e solo se ci fa comodo, che ci sia una legge che ci riconosca, credo che si dovrebbe, proprio nell’interesse dei pazienti, cara Vega, abbandonare la partigianeria dei piccoli interessi di parte per proporci unitariamente nei confronti di chi “fa” le leggi. Lo spirito del Comitato proposto da Paolo nel Documento di Consenso era ed è esattamente questo. Non vedo proprio la necessità di un Comitato a tempo.
Se ciò che si vuole è un “complementarietà”, cioè ancora una sudditanza nei confronti dell’allopatia, questo mi è inaccettabile e non posso condividerlo.

Personalmente pratico l’Ayurveda, nessuno può metterne in dubbio la validità e l’efficacia, ma è il paziente che fa proprio il medico, lo riconosce come tale, il quale sceglie la terapia e chiede la collaborazione dell’ infermiere. La collaborazione fra questi quattro permette di affrontare la “malattia” con successo. Come praticanti di “medicine non accademiche in occidente” dobbiamo affrontare nemici molto potenti, la storia breve, ma intensissima del Comitato, ci dice che solo l’unitarietà degli intenti porta risultati.
Fatta pulizia ora si prosegue.

Cordialità
Guido